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Archeologia ricostruttiva

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Bengasi liberata! – Benghazi is freed!

Pubblicato da afrikaneer in 21 agosto 2020
Pubblicato in: 1941. Lascia un commento

4 aprile 1941,

Alle prime luci del giorno le truppe tedesche entrano in città, ormai sgombra da truppe inglesi. Nel mattino la popolazione italiana rende omaggio all’Aufklarung-Abteilung 3 (3° reparto esplorante) del 5° Panzerregiment protagonista del fatto.

“… Alle ore 3.30 del 4 aprile, il 3° reparto esplorante del magg. Von Wechmar entrò in Bengasi, tra il giubilo della popolazione. ” Pag. 27 del “8 regg.to Bersaglieri nella campagna dell?Africa settentrionale 1941 – 1943”, Diego Vicini.

Desidero ringraziare con l’occasione Simone Scupola e Roberto Mongatti senza il cui contributo mi sarebbe stato estremamente difficoltoso realizzare il tutto.

“The cauldron”, 1st part.

Pubblicato da afrikaneer in 19 luglio 2020
Pubblicato in: 1942, Battaglia di Ain el gazala, Uncategorized. Lascia un commento

1 giugno 1942, “The cauldron” – “Il calderone”, I° parte.

Tra i resti della CL brig. Fanteria inglese a Got el ualeb.Da qui partirà la corsa di Rommel fino a el Alamein, la madre di tutte le vittorie dunque.

Among the remains of the CL brig. English Infantry in Got el ualeb. From here will start the race of Rommel to el Alamein, the mother of all victories therefore.

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Lavori in corso – Work in progress.

Pubblicato da afrikaneer in 5 giugno 2020
Pubblicato in: Uncategorized. Lascia un commento

Questi spunti modellistici e l’ausilio delle evidenze fotografiche vi aiuteranno a immaginare i miei lavori futuri. Lavori che ho deciso di postare e rendere pubblici poiché essendo progetti ambiziosi, alcuni in particolare specie, possiate rendervi conto delle difficoltà per realizzarli. E magari possiate viverne lo sviluppo con il sottoscritto, con le adeguate e naturali variazioni in corso d’opera. L’ultima parola sarà alla fine, essendo per l’appunto “lavori in corso” ma sempre il tutto rigorosamente caratterizzato da ricerca storica precisa come mia prassi.

Il primo progetto in ordine di apparizione lo potrei intitolare Limes, termine più che adatto per la riproduzione del monumento di confine che iniziava e finiva la Litoranea Libica. Sono già a buon punto con la riproduzione fedele che come sempre non sarebbe stata possibile senza una accurata ricerca storica. Libri e rete hanno fatto il resto, sporadici colpi di fortuna nelle ricerche sulla rete mi hanno aiutato, lo ammetto. Foto d’epoca del monumento e scatti dello stesso in scala, in “cantiere” per così dire, vi aiuteranno ad apprezzare il tutto.

La blindo inglese Dingo accanto al cippo confinario è sistemata solo per dare l’idea delle dimensioni dell’insieme poiché l’accompagnamento ideale sarà un’ autocarro SPA38 con una squadra di bersaglieri e relativo “elefantino” ( cannone da 47/32) nel cassone che passa accanto al monumento, in un momento delle tante avanzate e ritirate che caratterizzarono le campagne nel 1941-42 in Africa settentrionale. Bersaglieri appartenenti alle divisioni Ariete o alla Trieste, due fra le più famose unità italiane nel deserto, vedremo. Per ora immaginate con me la dinamica della scenetta e magari ditemi la vostra.

000 SPIEGAZIONE MONUMMENTO DI CONFINE
001 monumento di confine
002 ConfineEgiziano_1
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MONUMENTO DI CONFINE CON BERSAGLIERI
monumento simone
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A ruota il secondo diorama in corso d’opera sarà dedicato alla liberazione di Bengasi avvenuta il 4 aprile 1941 per conto del 3° reparto esplorante o battaglione da ricognizione (Aufklarungs-Abteilung 3) della 5 divisione leggera, nerbo del novello Afrika Korps allora da poco giunto in Libia. Liberazione della città dall’ occupazione temporanea delle forze inglesi e in questa operazione foto e alcuni fotogrammi di video dell’epoca mi sono stati di fondamentale aiuto. La realizzazione della colonna marmorea con la lupa capitolina alla sommità, ad ingresso del Lungomare Mussolini che portava alla cattedrale di Bengasi è il perno della scenetta. Immagini e filmati che riproducono l’istante dell’arrivo in città delle forze tedesche mi hanno fornito la motivazione finale per la sua riproduzione. In questo caso due conseguenti autoblindo sd.kfz. 223 e 222 del 3 rep. Esplorante che tra la folla festante e felice della dipartita dell’occupante inglese accoglie festosamente come può il nuovo benvenuto. Per la realizzazione della colonna mi sono avvalso di precise e rigorosi riscontri fotografici che mi hanno permesso di poterla riprodurre fedelmente. Immagini prima della guerra, durante l’occupazione e subito dopo la fine del conflitto concedono di capire la genesi del soggetto ed evitare grossolani errori. Strano che un soggetto così particolare e significativo non si sia mai riprodotto in scala ad uso di tutti gli africanisti: lo stesso dicasi per il monumento precedente. Vuol dire che tenterò di supplire alla mancanza a riguardo.

000 diorama
001 LIBEAZIONE BENGASI 03
003LIBERAZIONE DI BENGASI
006 Kubel bengasi
bengasi 1
BENGASI 01
bengasi particolare 1
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Altro soggetto che da un po di tempo frequentava i miei pensieri era poter mostrare l’avanzamento del 5 panzer regg. verso il fronte ad oriente lungo la litoranea libica dopo lo sbarco e la parata del 12 marzo 1941 a Tripoli. Il secondo battaglione fu subito avviato al fronte con marce notturne nelle successive 4 notti. Il primo battaglione arrivò invece un po più lentamente. Così, sfruttando questo spazio temporale mi sono deciso e la sfida ha riguardato il poter riprodurre il più fedelmente possibile carri molto similari ma diversi nelle proprie singolarità rendendo il tutto più omogeneo. Avrei potuto inoltre limitarmi alla riproduzione di un pezzo di strada e immaginarli in sosta durante una pausa della loro marcia di avvicinamento. Ma come sempre ho voluto azzardarmi in una ulteriore difficoltà, così li ho immaginati in un’oasi fra le palme da dattero , sotto la loro ombra e protezione. Il luogo prescelto è stato l’oasi di Zliten, fra Tripoli e Misurata, durante le prime centinaia di chilometri percorsi in attesa di raggiungere il loro destino e dare corpo al mito dell’ Afrika Korps. Se riuscirò nell’impresa di poterli mettere insieme, due panzer III ed un panzer II saranno i carri che col le palme e parte dell’equipaggio vivificheranno la pace dell’oasi, il tutto da inventare per quanto riguarda pose e movenze dei figurini.

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Spero che questo post inconsueto sia stato di vostro gradimento. Aspetto ora i vostri possibili commenti a riguardo per tutto ciò che potrebbe interessarvi: cercherò di rispondervi il più celermente possibile. Un’unica cosa ancora da dire: spero di poter concludere al più presto almeno una di queste ambientazioni, con l’occasione magari potrò rivelare anche il mio sogno nel cassetto di cui non voglio ancora dir niente, per scaramanzia se non altro…

Infine ringrazio i miei collaboratori Roberto Mongatti e Simone Scupola senza i quali non avrei potuto così celermente mostrarvi queste anteprime.

Se vorrete contattarmi per riproduzioni dei soggetti mostrati o idee da proporre potete scrivermi all’indirizzo mail desertfoxprojectsworks@gmail.com.

Leonardo.

The inspirational sources of my next dioramas with photos under construction of the most characteristic details are illustrated below. The first diorama will be dedicated to the reproduction of the milestone between Libya and Egypt.

The second to the liberation of Benghazi in Lybia inspired by frames of the time, finally the third to the approach to the front of the 5 panzer regiment of the 5 div. Leg. after the parade in Tripoli on March 12th. In this case, the stop represented in an oasis with the reproduction of palm trees will be the umpteenth challenge to undertake. Thanks go to my collaborators Roberto Mongatti and Simone Scupola without whom I could not have shown you these previews so quickly.

If you want to contact me for reproductions of the subjects shown or ideas to propose you can write me at the email address desertfoxprojectsworks@gmail.com

Leonardo.

“Memento audere semper”

Pubblicato da afrikaneer in 27 aprile 2020
Pubblicato in: 1942, El Alamein. Lascia un commento

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31 agosto 1942

Battaglia di “Santa Rosa” o Alam el halfa

Zona Deir el Muhafid – Qabr Hani Zada

M41 del XII/ 133° Littorio

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Ferrea mole, ferreo cuore – Iron hulls, iron hearts.

Pubblicato da afrikaneer in 25 settembre 2019
Pubblicato in: 1942, El Alamein. Lascia un commento

Ferrea mole, ferreo cuore

132° Regg. Art. Semovente,  “Batterie semoventi, VI Gruppo”,

tarda mattinata del 4 novembre 1942.

Zona Deir el Murra – quota 65, a ovest di Bir el Abd.

“Aveva visto chiaro il maresciallo Rommel al mattino del 4, quando al generale Arena, che gli faceva presente la nostra scarsa efficienza, aveva risposto brevemente: “Generale, conosco la vostra divisione meglio di voi, l’Ariete ha ancora delle possibilità, fermerà un giorno gli inglesi”.

Da “L’8 Bersaglieri e la guerra in Africa Settentrionale” di   Diego Vicini

4th november 1942, late morning.

Near Deir el Murra,

hill 65 – west of Bir el Abd.

“Field Marshal Rommel had clearly seen into the matter, the morning of November 4, when briefly replied to General Arena, who was informing him of our low efficiency: “General, I know your division better than you. Ariete still has some resources: it will be holding up the British for one day.”

From“L’8 Bersaglieri e la guerra in Africa Settentrionale”  by  Diego Vicini

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Silenzi di sabbia – Sand’s voices

Pubblicato da afrikaneer in 19 luglio 2019
Pubblicato in: 1941, Uncategorized. Lascia un commento

3 Marzo 1942, notte di plenilunio.

Sulla Balbia in direzione ovest, verso Derna, durante la riconquista della Cirenaica.

Posizione 32,776417° – 22,170257°.

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L’equipaggio di un Panzer III della 21° Panzerdivision, a poche settimane dall’arrivo in terra d’Africa si appresta al pernottamento sotto la luce delle stelle, al calore della sabbia del deserto con i suoi misteri e la sua solitudine. Il tutto nella pace del silenzio.

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Panzer Rollen In Afrika Vor! (Deutsche Panzers in Afrika!)

Pubblicato da afrikaneer in 5 giugno 2019
Pubblicato in: 1941, Uncategorized. Lascia un commento

Giugno 1941, dopo Battleaxe…

june 1941, after Battleaxe…

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panzer rollen in Afrika vor

“Panzer rollen in Afrika vor!”

Über die Scheldte die Maas und den Rhein

stiessen die Panzer nach Frankreich hinein,

Husaren des Führers im schwarzen Gewand

so haben sie Frankreich im Sturm überrannt!

Es rasselten die Ketten

es dröhnt der Motor,

Panzer rollen in Afrika vor.

Heiss über Afrikas Boden die Sonne glüht,

unsere Panzermotoren singen ihr Lied!

Deutsche Panzer im Wüstensand

stehen im Kampf gegen Engeland!

Es rasselten die Ketten

es dröhnt der Motor,

Panzer rollen in Afrika vor.

Panzer des Führers, ihr Briten habt acht!

Die sind zu Eurer Vernichtung erdacht!

Sie fürchten vor Tod und vor Teufel sich nicht!

An ihnen das britische Weltreich* zerbricht!

Es rasselten die Ketten

es dröhnt der Motor,

Panzer rollen in Afrika vor.

Es scheint heut’ die Sonne vom Himmel so heiss,

es weht ein Lüftchen wie Seide,

wir stehen im Schatten der Panzer; wer weiss

Vielleicht weht es uns zu Leide.

In Afrika da kämpfen im glutheissen Sand

Deutsche Panzer für ihr Volk und Vaterland.

Heiss über Afrikas Boden die Sonne glüht,

unsere Panzermotoren singen ihr Lied.

Deutsche Panzer im Sonnenbrand

stehen im Kampfe gegen Engeland!

Es rasselten die Ketten,

es dröhnt der Motor,

Panzer rollen in Afrika vor.

 

e per chi desidera ascoltarla:

 

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Ma nessuno badò agli inglesi… – La fine della Folgore.

Pubblicato da afrikaneer in 2 aprile 2019
Pubblicato in: 1942, El Alamein. 2 commenti

(Division Folgore surrender)

El Alamein, Deir el Serir, 6 novembre 1942.

“ Prima di essere caricati sul camion, abbiamo avuto l’onore delle armi (…) Gli inglesi tutti con la mano tremolante sul saluto… e noi passavamo nel mezzo ( fra due fila di autoblindo, probabilmente le Humber mk III dell’11 Hussars della 7^ Arm. Div., n.d.a.)… chi piangeva, chi sacramentava a seconda del carattere: il mio tenente, Piccini che l’avevo davanti perché ero rimasto solo io con lui, aveva ancora il pugnale… l’ ha preso e l’ha buttato nella sabbia… un’inglese ha visto, è andato a raccoglierlo e gliela rimesso nel fodero … Probabilmente in inglese gli ha detto “Questo è l’onore delle armi” (…)    

Emozionatissimo, il Murrelli non ha più parole, si commuove e piange.  Grazie Leone. (n.d.a.)

Carlo Murrelli, 186° regg.Parad., 6° batt., 17^ comp.  Testimonianza raccolta dal filmato “I Leoni della Folgore”, edito da Ronin Film. 2018.

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“… Dopo altre tre ore e più di marcia, verso le 14 -14.30, fummo raggiunti da una forza molto consistente di carri, autoblindo e carrette cingolate che si allargarono prendendoci in mezzo. Quando l’accerchiamento fu completo si fermarono, tenendosi a distanza, e dopo un po’ cominciarono ad arrivare le prime raffiche. Ma erano alte e non colpirono nessuno…     … I mezzi nemici continuavano a tenersi a distanza e attaccarli in altro modo non era possibile. Dopo altri colpi di mitraglia arrivarono colpi di mortaio che uccisero alcuni uomini e ne ferirono altri. Allora il colonnello Camosso ordinò di rendere inutilizzabili le armi e di passare in riga.   Non appena capirono che era un’ordine di resa i paracadutisti guardarono il colonnello, sbalorditi. Poi molti saltarono in piedi e si misero a protestare e a gridare “vigliacco”. Un sergente che non conoscevo, toscano, gridava più di tutti: parlava di suo padre, che era morto da eroe sulla Bainsizza, dicendo che voleva fare come lui.”Abbiamo la pistola e il pugnale – diceva – possiamo combattere ancora”. Andai con altri per calmarlo perché era troppo eccitato; per impedirsi di spararsi un’ufficiale gli tolse la pistola. Ma erano tanti quelli che non ne volevano sapere; e tutti gridavano, protestavano, mostrando le armi che avevano addosso. Alcuni se la prendevano con i loro ufficiali: “Adesso va a finire che dovremo sparare su voialtri!” – dicevano piangendo. Ma anche molti ufficiali non erano d’accordo con il colonnello; uno dei più decisi a non voler la resa era il capitano Passamonti, comandante della compagnia mortai. Il colonnello Camosso venne nel mucchio per convincere quelli che si opponevano: “E’ inutile sprecar sangue – diceva – Abbiamo feriti per terra che non possiamo soccorrere. Non si può andare avanti.” Anche il maggior Zanninovich camminava in mezzo ai paracadutisti cercando di calmarli. Andò avanti così per un pezzo; poi, pian piano, si convinsero tutti quanti. Allora, dopo aver spaccato i pugnali sulle pietre, sfasciato i mitra e le pistole, cominciammo a inquadrarci mentre gli inglesi si avvicinavano con i fucili spianati. Ma nessuno badò agli inglesi. Quando fummo in riga, schierati, una compagnia di soldati britannici con i baschi neri, con aggregati alcuni neozelandesi con i baschi rossi, ci fece il present’ arm. Poi il capitano Mautino presentò la forza al maggiore Zanninovich e il maggiore la presentò al colonnello Camosso che essendo il più elevato in grado aveva le funzioni di comandante di divisione. Quasi tutti si misero a piangere in quel momento: la Folgore era morta. Anche se stavamo tutti dritti sull’attenti eravamo talmente sfiniti che bastava soffiarci addosso per farci cadere per terra. Ma il fiato per gridare “VIVA L’ITALIA!” l’avevamo ancora. E gridammo forte, tutti quanti assieme.”

Testimonianza del sergente maggiore Francesco Mancino, 4^ batteria: essa fra le altre fanno parte del libro “Nel vivo della battaglia” (pag. 290/292), di Renato Migliavacca, ed.Auriga, 2003 MI.

… “La vera morte della Folgore è cominciata alle ore 2 del 3 novembre, con l’ordine notturno, improvviso e inatteso: abbandonare la linea Deir el Alinda – Deir el Munassib – Quota 125 – Haret el Himeimat…    … Gli avanzi della divisione si stringono attorno ai battaglioni II,VII e IX. Alle 8 (del 6 novembre) rimangono sette proiettili da 47 e trentadue da 20: vengono sparati. Il II, alle 12 è ridotto a quattro ufficiali e quaranta uomini: le cartucce delle mitragliatrici pesanti sono finite. Si continua con i mitragliatori, fino alle 14, poi anche le ultime scorte si esauriscono…    …Non un drappo bianco, non un braccio è stato alzato. La truppa passa in riga piangendo: ma è il pianto dei forti. Il nemico ha cessato il fuoco ed assiste alla scena: Mario Zanninovich presenta la divisione schierata a Luigi Camosso, e dopo l’attenti da la forza: ufficiali trentadue, truppa duecentosettantadue, dei cinquemila partiti da Tarquinia. Molti, nei ranghi, sono feriti. Il nemico rende gli onori ai trecentosei prigionieri. Sono le 14,35 di venerdì 6 novembre.”

pag.245 – 246, El Alamein 1933 – 1962 di Paolo Caccia Dominioni, ed. Longanesi, 1966, MI.

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Sonnenblume – Betrieb (Operazione Girasole) Parte II

Pubblicato da afrikaneer in 14 ottobre 2018
Pubblicato in: 1941. 1 Commento

In questa seconda parte dedicata allo sbarco del 5° Panzerregiment a Tripoli, una vera e propria galleria fotografica con tutti i numeri tattici, frutto delle ricerche condotte nel tentativo di ricostruire l’organigramma effettivo dell’unità. “Turmnummen” (Numeri tattici in torretta) ricavati solo, sottolineo solo, dalle foto recuperate e raggruppate non in base a tabelle teoriche ma alla prova dei fatti. Nella tabella riepilogativa troveremo quindi prima la compagnia comando del Reggimento, poi di seguito i comandi dei due battaglioni che lo compongono con relative compagnie, tre per battaglione, di cui una pesante e due leggere invece delle quattro regolamentari, poiché come già accennato in precedenza le due mancanti erano andate perdute per affondamento del trasporto navale. Per chi si è dedicato alla lettura di queste poche righe introduttive e volesse saperne di più è pregato di fare riferimento alla parte prima del post con notizie storiche più complete.                                                        

Per ogni unità cercherò di evidenziare nel modo più esauriente quelle caratteristiche comuni, curiosità, particolari che le contraddistinguevano. Iniziamo dunque il nostro percorso che non sarà breve…

I. Abteilung Panzer Regiment 5 Ordine di battaglia ed equipaggiamento:
Stabs Kompanie:

1.gr.Pz.Bef.Wg, 1 kl.Pz.Bef.Wg, 2 Pz. III, 1 Pz.I
leichte Panzer Zug 5 Pz. II
leichte Panzer Zug 1 Pz. II, 4 Pz. I


1
.leichte Kompanie: 17 Pz. III, 5 Pz. II
2
.leichte Kompanie:16 Pz. III, 5 Pz. II
4
.mittlere Kompanie: 10 Pz. IV, 3 Pz. II, 2 Pz. I

 

II. Abteilung Panzer Regiment 5 Ordine di battaglia ed equipaggiamento:
Stabs Kompanie

1.gr.Pz.Bef.Wg, 1 kl.Pz.Bef.Wg, 2 Pz. III
leichte Panzer Zug: 5 Pz. II
leichte Panzer Zug: 1 Pz. II, 7 Pz. I


5.leichte Kompanie: 16 Pz. III, 5 Pz. II
6.leichte Kompanie: 17 Pz. III, 5 Pz. II
8.mittlere Kompanie: 10 Pz. IV, 3 Pz. II, 2 Pz. I

Legenda:

Kompanie, Compagnia.

Zug, Plotone.

Leichte Pz.Kompanie, Compagnia leggera (Pz. I, II e III).

Schwere Pz.Kompanie, Compagnia pesante (Pz. IV).

StabsKompanie, Compagnia comando.

Nel dettaglio:

5° Panzerreggiment.

Stab. 5° Panzerreggiment

Stabskompanie:

R01, R02,(Pz Befel.wg.III H), R03 (Pz. III G), RA (Pz. II), R04 (Pz Befel.wg.I B).

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03 R01
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12 r03n bis
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ra

 

Leichte Pz. , Zug comando 5° Panzerreggiment:                                     

  R8, R12, R15 (Pz.I A) R, R1*(Pz. II).                                                         

*Eccezione per il carro R1, in origine Pz. II poi andato perso e sostituito o affiancato con un Pz. III G, molto probabilmente.

 

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16 - R 1
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20 - r 8
R 12
22 _15
23 - Pz1A Flammpanzer

Da queste prime immagini possiamo farci un’idea di come trasformazioni anche leggere dei mezzi durante la loro vita operativa avessero già mutato pesantemente la fisionomia dell stesso mezzo, esempio su tutti l’esemplare R03; e come trasformazioni da campo avessero trasformato lo R15 da carro di appoggio leggero in versione lanciafiamme. Ma andiamo avanti e continuiamo a curiosare…

StabsKompanie I Abteilung (Pz:Bef.Wg.III H) I01

Leichte Pz.Zug I Abteilung, I04 (Pz.Befel.wg. I),I e I25 (Pz.I).

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E‘ un peccato che per il momento non sia ancora riuscito a rintracciare altre foto certe per i mezzi appartenenti al comando del I battaglione. Essi, caratteristica comune per tutti i mezzi del 5° Panzerreggiment erano dotati di molti mezzi leggeri, Pz.I e Pz. II, in funzione di appoggio e chissà se anche con altre possibili usi e relative modifiche al caso.

 

1^ Leichte Pz.Kompanie, I Abteilung. 

 Carro comando 1^ compagnia, 101 (Pz. III Ausf.H), 102 (Pz. III Ausf. F)

.

68 - 101
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1°Zug, 5 Pz.III: 111 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola, 112 Ausf. F, 113 Ausf. G primi rulli avanzati, early cupola, 114 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola, 115  Ausf.G, primi rulli avanzati, new cupola

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2° Zug 5 Pz. III:  Non ho trovato finora nessuna foto sui carri del 2° plotone. Forse erano fra i dieci Pz. III andati persi nelle fasi di imbarco e comprendenti Pz. I e II.

3°Zug 5 Pz. III: 131 Ausf. G primi rulli avanzati, early cupola, 132 – Ausf.G primi rulli avanzati, new cupola, 133 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola, 134 – Ausf.G primi rulli avanzati new cupola, 135 Ausf. G primi rulli avanzati, new cupola.

97 131 G
98 131G
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102 133 G
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4° Zug 5 Pz. II, 141 e 144 e Pz. I.

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Carro comando 2^ compagnia (Panzer III) 201(H),202 Ausf.G con rulli equidistanti,

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1° Zug, 5 Pz. III:  211, 212 Ausf. G primi rulli avanzati, new cupola, 213 Ausf. G primi rulli avanzati, early cupola, 214  Ausf. G new cupola, 215 Ausf. G primi rulli avanzati, new cupola.

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205 212 bis
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209 213
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2° Zug, 5pz. III: 221 Ausf. G rulli equidistanti new cupola, 222 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola , 223 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola, early cupola,  224 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola, 225Ausf. G, new cupola.

220 221 panzer III
220 bib 221
221tris
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225 222
227 223
228 223 bis
230 224

 

3° Zug, 5Pz. III: 231, Ausf.G rulli equidistanti, new cupola, 232 Ausf.G rulli equidistanti , early cupola, 233  Ausf. G primi rulli avanzati, new cupola, 234 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola, 235 – Ausf. G new cupola.

231 231 tris
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4° Zug, 5 Pz II e I, probabilmente: Pz II 241, PzII 244.

 

241 241 bis
240 24bis
Pz II C 244

Nota: ogni compagnia nel Reggimento, oltre che essere dotata in maggioranza di carri medi panzer III del tipo G e nelle diverse “versioni” – con vecchia o nuova torretta e/o cupola capocarro – potevano avere infine l’evacuatore di fumo, necessario per il più potente cannone da 50 mm, collocato in diverse posizioni che secondo Achtung panzer n° 2 ci portano a quasi una decina di torrette diverse. Da non dimenticare che le più recenti erano quelle comuni alla versione H. Per la tipologia dei numeri di identificazione da osservare la peculiarità riscontrata per il 223 con un 2 per la compagnia più grande riportato sui lati di torretta.

3^ Leichte Pz.Kompanie, I Abteilung. Andata perduta per affondamento.

4^ Schwere Pz.Kompanie, I Abteilung.

Carro comando 4^ compagnia (Panzer IV) 401 Ausf. D,402 Ausf. D.

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401
402

1° Zug 4 Pz. IV, 412 Ausf. D, 413 Ausf. D, 414 Ausf. D.

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413 bis
413 tris
414 bis
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2° Zug 4 Pz. IV,  421 Ausf. D, 423 Ausf. E, 424 Ausf. D.

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423
424 bis
424

3° Zug 5 Pz. II 432, 433(?) 434(?).

432 bis
432 tris

Come evidente le due compagnie pesanti, la 4^ e l’8 avevano solo tre plotoni invece dei quattro normali in dotazione: inoltre nell’8^ compagnia quasi di regole, i mezzi che la componevano erano, per i pz IV veri ibridi fra le versioni D ed E.

StabsKompanie II Abteilung                                                  

II01 (Pz. Bef.wg. III), II02 e II03 (Pz. III Ausf. H).

50 - II01
51 II02
52 II02
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54 - II03

Leichte Pz.Zug comando II Abteilung

Pz.II, II11 e II25.

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5^ Leichte Pz.Kompanie, II Abteilung.

Carro comando 5° compagnia (Pz. III) 500 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola, 501 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola.

500 tris
500
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1°Zug, 5 Pz. III:  511 Ausf. G rulli equidistanti, new cupola, 512 Ausf. Grulli equidistanti, new cupola, 513 Ausf. F., 514 G, new cupola, 515. 

 

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512
513
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2° Zug 5 Pz. III: 521 G, rulli equidistanti, new cupola, 522 G primi rulli avanzati, new cupola, 523 G rulli equidistanti, new cupola, 524 G rulli equidistanti, new cupola, , 525 F.

521 4 3 621 615 4 3 2 1
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3° Zug. PZ. III: 531 G rulli equidistanti, new cupola, 532 G new cupola, 533 G new cupola, 534 G rulli equidistanti, new cupola, 535 G primi rulli avanzati, new cupola.

531a
531b
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532
533-534
534b
535a
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Continuano le curiosità da osservare, avendo di questa compagnia ben immortalati, come per la successiva sesta compagnia, molteplici  scatti. In primis le svariate eccezioni dei panzer III tipo G già dette ma anche, come per il carro 523, la numerazione in colore scuro, probabilmente rosso, rispetto al comune colore bianco utilizzato: oppure il carro 531 con numerazione di colore panzergrau di base contornato di bianco.

4° Zug 5 Pz. II, 541, 542, 543, 544, 545.

541
542_541
543 bis
543 quater
543
544
545

6^ Leichte Pz.Kompanie, II Abteilung.

Carro comando 6° compagnia (Pz. III) 601 Grulli equidistanti, new cupola, 602 G rulli equidistanti, new cupola.

.

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602
602a

1°Zug, 5 Pz. III: 611 G rulli equidistanti, new cupola. 612 G primi rulli avanzati, early cupola, 613 G rulli equidistanti , new cupola, 614 G, primi rulli avanzati, new cupola, 615 F.

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614c
615 F

2° Zug 5 Pz. III: 621 G rulli equidistanti, new cupola, 622 G rulli equidistanti, new cupola, 623 G rulli equidistanti, new cupola, 624 G rulli equidistanti, new cupola, 625 F.

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623c
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3° Zug 5 Pz. III: 631 G rulli equidistanti , new cupola, 632G, primi rulli avanzati, new cupola. 633 G rulli equidistanti, new cupola, 634 G rulli equidistanti, early cupola, 635 G rulli equidistanti, early cupola.

631
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635 633 634
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4° Zug 5 Pz. II: 643, 644, 645.

643
644a
644b
645
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Notare che quasi sicuramente tutti i carri della sesta compagnia, oltre ad essere caratterizzate dalle tre cifre verniciate molto più sottili rispetto alle altre, si caratterizzavano per essere riportate anche sulla parte posteriore della torretta, sotto la Rommelkiste come ben evidenziato nello scatto relativo al carro comando di compagnia, il panzer III 601: ciò era dovuto quasi sicuramente al fatto che il “cesto di torretta” era stato applicato come effetto finale della tropicalizzazione dei carri prima della partenza, salvo poi diventare permanente dalla versione H in poi.

7^ LeichtePz.Kompanie, II Abteilung. Andata perduta per affondamento.

8^Schwere Pz.Kompanie, II Abteilung.

Carro comando 8° compagnia (Panzer IV) 800 Ausf.E, 801 Ausf.D.

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800ca
800e
800f
801

1° Zug 4 Pz. IV,  811 Ausf.D, 812 Ausf.D, 813 Ausf.D, 814 Ausf.D.

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2° Zug 4 Pz. IV,  821 Ausf.D, 822 Ausf.D, 823 Ausf.D*, 824 Ausf.D.

821a
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822c
822e
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823a

3° Zug Pz.I A e Pz. II,  833 Pz.I, 834 Pz. II

824 822 821 834 back
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834
834a

Illuminante ed esaustiva la disamina dell’8^ Compagnia che potrete trovare al link sottostante. Se avrete la pazienza di leggere attentamente le pagine avrete una panoramica completa di tutta la compagnia e anche i palati più esigenti saranno soddisfatti.

http://www.deutsches-afrika-korps.de/viewtopic.php?f=53&t=3957&hilit=panzer+Iv+Hybrid

Stesso dicasi per la attenta disamina riguardante l’altra anima del 5° Panzerreggiment, il vero cavallo di battaglia del deserto delle truppe corazzate tedesche nel deserto, il Panzer III, selezionato in ogni minimo anfratto nel link sottostante:

https://www.tapatalk.com/groups/missinglynx/help-with-id-a-dak-panzer-iii-from-5-panzer-regime-t314989-s20.html

Finisce per ora questa mia ricerca finalizzata come dicevo a fare un po di chiarezza. Ogni vostro contributo sarà più che gradito, buona visione!

Sonnenblume – Betrieb (Operazione Girasole) Parte I

Pubblicato da afrikaneer in 18 settembre 2018
Pubblicato in: Uncategorized. 3 commenti

Libia, 12 marzo 1941, sbarco e parata del 5°Panzerreggiment a Tripoli.

Ho deciso di intraprendere questo studio per fare un po di chiarezza fra le decine e decine di foto, spesso pubblicate da qualche decennio a questa parte e nuove immagini che la rete ha reso disponibili. La sequenza fotografica illustrata mostra nei particolari l’arrivo a Tripoli del Panzerregiment 5, sbarcato il 10/11 marzo 1941, la sfilata in Tripoli il giorno seguente e la metamorfosi nei giorni successivi che subirono i mezzi. I panzer in particolare con la loro rivista partendo da “lungomare Conte Volpi”, “Piazza Castello” e infine via “Corso Italo Balbo” già “Corso Sicilia” in città, fino alla partenza dei due battaglioni corazzati verso est percorrendo la litoranea.

piantina tripoli

Osservazioni.

La prima cosa da notare è che sostanzialmente il Panzer-Regiment 5 costituente la 5° divisione leggera, nerbo del D.A.K., era dotato di mezzi comuni all’epoca alle altre divisioni corazzate tedesche , mezzi potenziati in corazzatura e relativamente tropicalizzati dopo le recenti campagne di Polonia e Francia.

Per la cronaca il 5 febbraio 1941 il Panzer-Regiment 5 era passato dalla 3° Panzer Division alla 5° leichte-Division (mot.) e in quel momento aveva ricevuto 25 Pz I A. Secondo documenti ufficiali la forza totale al novembre dell’anno precedente era di 45 Pz II, 61 Pz. III e 20 Pz IV, oltre 3 carri comando pz I (kl.Pz.Bef.Wg). Alla partenza africana 5 carri comando su scafo pz III, Pz.Bef.Wg. Ausf.H e ulteriori 25 pz I erano stati aggregati al reggimento, quest’ultimi come riserva in Germania.

All’arrivo in Libia erano stati persi 10 pz III e 3 pz IV per un incendio accaduto durante le fasi di scarico, ma erano stati prontamente reintegrati a fine aprile con panzer ausf. F e G per i mark III e ausf. E per i mark IV.

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Per le specifiche tecniche possiamo affermare:

– I 25 Panzer I erano Ausf.A e i 3 Kleinepanzerbefehlswagen I su scafo Ausf.B come di norma: tutti gli esemplari Ausf. B erano stati “tropicalizzati” con l’adozione di sportelli motore dotati di griglie protettive per un migliore raffreddamento.

– Tutti i 45 Panzer II erano stati prodotti prima dell’aprile 1940 ed appartenevano alle serie B/C modificati dopo la campagna di Francia con l’addizione di piastre corazzate anteriori e in torretta, più sostituzione in questa dei due portelli corazzati con una cupola circolare.

– I 61 panzer III prodotti da luglio a ottobre 1940 erano stati potenziati con il cannone da 5cm kw.k L/42 in sostituzione di quello originario da 37/45 mm, ormai obsoleto e migliorati con sportelli del vano motore dotati di aperture protette per una migliore areazione: inoltre la maggior parte erano Ausf. G, una parte dei quali avevano  piastre corazzate da 30 mm saldate, pochi imbullonate, alcuni F e non più di 4 o 5 ausf. H, solitamente a disposizione di comandanti di compagnia o battaglione. Nello specifico piccole modifiche differenziavano le varie varianti per l’Ausf. G, la più macroscopica delle quali era la sostituzione della cupola del capocarro con una dalle maggiori qualità balistiche e lo spostamento laterale dell’evacuatore di fumi sul cielo della torretta: l’osservazione ove possibile di più foto per lo stesso carro potrà aiutarci nell’identificazione delle varie varianti per la loro corretta realizzazione.

– Infine, dei 20 pz IV in possesso al reggimento, solo 8 di questi erano dotati di piastre frontali in rinforzo.

In particolare uno risultava essere un ibrido fra uno scafo Ausf. D ma con sovrastruttura e torretta Ausf. E, precisamente il carro con numero tattico 800.

Analizzando la documentazione fotografica giuntaci fino a oggi si evince che nelle sei compagnie delle otto in totale che riuscirono a giungere in Africa, dato che la 3° e la 7° andarono perse nel viaggio e non saranno mai reintegrate per tutto il 1941, erano rispettati i nuovi parametri regolamentari per l’applicazione dei numeri tattici di compagnia/plotone/carro: lo stesso dicasi per la balcankreuz nazionale e del distintivo divisionale (3° panzer division). I parametri prevedevano la verniciatura di grossi numeri sui fianchi e sulla Rommel-Kiste (cassa di Rommel) sul retro della torretta, generalmente bordate di bianco sul fondo panzergrau (RAL 7021), colore standard all’epoca dei carri armati germanici. Questa numerazione spesso era affiancata alle originarie placche trapezoidali sui lati e sul retro del mezzo riportanti anch’esse gli stessi numeri tattici però di piccole dimensione: un retaggio della campagna di Polonia e Francia e ormai in disuso per la loro invisibilità in battaglia nonché per la loro fragilità intrinseca. Le fattezze dei nuovi grandi numeri in torretta potevano variare oltre che da compagnia a compagnia pure da carro a carro, addirittura poteva differire nella diversa collocazione delle tre cifre (tre insieme per ogni lato nello stesso mezzo), vista l’evidente mancato uso di mascherine!

Per esempio, non sempre erano applicati nella parte posteriore dei panzer II come invece i mezzi appartenenti alla quarta, quinta e ottava compagnia: inoltre la 6° compagnia risulta aver mantenuto ancora sulla piastra posteriore corazzata della torretta dei suoi panzer III la numerazione anche dopo la sistemazione delle Rommelkiste ed averla correttamente ripetuto sulle stesse, come si evince da particolari delle foto.

Va inoltre osservato che dopo lo sbarco e la parata a Tripoli, solo durante l’avvio al fronte tutti i carri ricevettero la famosa palma con la svastica, questa si verniciata con mascherina.  Lo stesso dicasi per la necessaria caratteristica livrea in giallo sabbia, mai coprente del tutto e identificato ufficialmente come grunbrau (RAL 8000), colore mimetico più consono al teatro operativo africano. Inutile ripetere che il nuovo colore mimetico era applicato con fogge e schemi diversi, spesso mescolato con sabbia del posto, a volte nemmeno utilizzato invece, lasciando al tempo e all’usura la possibilità di mimetizzare il tutto: fogge dicevamo variabili da compagnia a compagnia fino da carro a carro, lasciando l’iniziativa al reparto.  Personalmente non escluderei ad integrazione il possibile utilizzo di vernici trovate in loco fornite dall’intendenza Italiana.

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Nella giornata dedicata alla parata, i mezzi  sfilarono più di una volta volendo dare l’impressione da parte del comando tedesco e nella fattispecie dal generale Rommel di una forza più imponente di quello che fosse realmente…

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DAK a tripoli
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Panzer in tripoli
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parata 1
parata 2
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R parata 4
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Tripolis 990
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Tz zparata 3

Come già accennato i carri armati sbarcati appartenevano originariamente alla terza panzer division e ne portavano ancora bellamente in vista i simboli, una “Y” rovesciata con due barrette verticali accanto, sulla destra, in giallo o bianco, ben visibili almeno fino che fu mantenuta la livrea grigio scura e sostituiti solo in un secondo tempo con l’altro simbolo, quello della 21 Panzer division, a partire dal 1 agosto 1941 quando la 5 leichte div. divenne 21 panzer division.

Infine la posizione del simbolo poteva essere riportato sulla fronte fino a tutti e gli altri tre lati del mezzo.

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Vi lascio dunque all’attenta osservazione della galleria fotografica e per chi volesse aiutarmi nella ricerca con nuove immagini o ulteriori approfondimenti, eventuali correzioni ovvero cimentarsi nella riproduzione di uno o più carri, può contattarmi postando qui sotto le proprie osservazioni.

Questo studio è stato possibile attingendo principalmente ai seguenti testi per notizie, dati e foto riguardanti il 5° Panzerreggiment in Africa Settentrionale:

 Thomas L. Jentz ,   The tanks combat in N.A. – the opening rounds , Schiffer Military History, 1998, Pennsylvania, USA.                                                                                             

Thomas L. Jentz, Panzer Truppen vol.1 , Schiffer Military History, 1996, Pennsylvania, USA.

Bernd Hartmann,  Panzers in the sand – The history of Panzer-Regiment 5,vol.1, Stackpole  Books, 2010, Ohio. USA.                                                                                                          

Francois de Lannoy, Afrikakorps 1941 – 43 , Heimdal, 2012, Bayeus Cedes                         

 Jean Paul Pallad, The desert war, then and now, After the Battle, 2013, GB               

Benedetto Pafi, Panzer III , Stem Mucchi, 1974, Modena,                                                   

 Fulvio Miglia, Panzerkampfwagen III, Edizioni dell’ateneo & Bizzarri, 1974, Roma, I             

 Achtung Panzer n°2, Panzer III, 1991, Japan.                                                                                                                                                                                                                                            Walter J. Spielberger, Der Panzerkampfwagen III,  Motorbuch Verlag, 1990, Stuttgart, Germany. 

 Inoltre la possibilità di poter usufruire negli anni di un sito web come  quello sottostante è stato essenziale:  http://www.deutsches-afrika-korps.de/portal.php:                                Molte delle foto utilizzate sono frutto di ricerche sul web o a loro tempo pubblicate su i testi suddetti. L’uso è strettamente attinente alla comprensione ed alla discussione dell’articolo, senza quindi alcuna  finalità di lucro.

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